#jesuischarlie

L’assalto armato al giornale satirico francese Charlie Hebdo. copertina-charlie-hebdo-6

Siamo quelli del “era una brava persona”

Siamo italiani… opportunisti, saccenti e menefreghisti.
Funeralizziamo e poi dimentichiamo… a volte funeralizziamo senza manco rammentare, ma poco importa. Siamo italiani ed è già tanto ricordarsi che il 25 Aprile non è Pasqua.

Per esempio: qualcuno rimembra la storia di Ilaria Alpi?

Ad uccidere Stefano #sonoStatoio

L’animazione di Makkox dedicata alla sentenza d’appello sul caso Stefano Cucchi andata in onda durante la puntata di Gazebo di domenica 2 novembre 2014.

Stefano Cucchi - Makkox

[clicca sull’immagine per vedere il video]

Index of ignorance

Come quando ti dicono “Ma quanto sei simpatico!” ma tu non cogli il sarcasmo e non ti rendi conto di stare sul cazzo (quasi) a tutti.
Questione di percezioni sbagliate. Non sei stato abbastanza attento, non hai approfondito e ti sei fatto un’idea sbagliata.

Esempio:
Alla domanda “In percentuale, quanti sono secondo te gli immigrati nel tuo paese?”, un italiano generalmente risponde il 30% (valore percepito). La realtà dice il 7%.

Percepite male anche le percentuali riguardanti il numero di disoccupati (49 a 12), anziani (48 a 21) e musulmani (20 a 4). Comunque trovate tutto qui.

Come sei vecchia sinistra radicale

Perchè Roberto quando ha ragione, ha ragione (ma fortunatamente per lui non sempre).

Quello che mi sconvolge, invece, è vedere sigle e volti eterni della estrema sinistra napoletana che nei giorni che hanno preceduto la riunione del direttivo della Bce, esibivano lo stesso logo del No Global Forum del 2001. In 13 anni i dirigenti della Bce sono cambiati, il mondo è completamente mutato anche nelle sue iniquità, ma chi protesta, i loro metodi, i loro slogan, no. Già li sento declamare: la rivoluzione non invecchia. Forse è vero, ma voi sì. E male, anche. Quei volti li conosco perché da ragazzino ascoltavo le loro parole, perché credevo mi aiutassero a capire, credevo che anche grazie a loro la mia coscienza civile e politica sarebbe maturata. Presto ho capito che non è la protesta cieca a mostrare una strada, che lì si disimpara solo.

Come scrivere di un suicidio

Linee guida che i giornali dovrebbero rispettare, ma che nel caso della morte di Robin Williams sono state spesso ignorate.

Come ha spiegato Mary Hamilton, giornalista dell’edizione australiana del Guardian, nel giornalismo esistono linee guida piuttosto chiare che indicano come parlare e raccontare un suicidio. Una sintesi efficace di queste regole è stata fatta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha pubblicato un rapporto intitolato: «Prevenire il suicidio. Una risorsa per i professionisti dei media». Per esempio, quando si scrive di suicidio è necessario pensare all’impatto che quell’articolo può avere sui lettori: può essere quindi utile fornire indicazioni o numeri di telefono da contattare in caso di emergenze (l’ha fatto il Guardian per esempio, che alla fine dell’articolo sulla notizia della morte di Robin Williams ha messo i numeri di telefono da contattare dei centri di prevenzione del suicidio negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Australia). Inoltre è raccomandato evitare di raccontare il suicidio nei dettagli, omettendo per esempio le modalità con cui quella persona si è uccisa.

Il motivo è che i lettori più vulnerabili potrebbero “imitare” il comportamento suicida riportato dal giornale, specie se la copertura che viene data dell’evento è molto ampia e usa toni sensazionalistici. Come ha specificato Hamilton, non si tratta di un’ipotesi di scuola: negli ultimi anni sono stati condotti centinaia di studi sul cosiddetto “suicidio per emulazione”, che hanno dimostrato che una particolare copertura dei media sulla morte di una persona può effettivamente incoraggiare altre persone considerate “vulnerabili” a uccidersi nella stessa maniera.

leggi l’articolo completo su Il Post

I casi della vita

Torna la Festa de L’Unità ma chiude L’Unità.

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Genitore 1 e Genitore 2

Cosa dice il più grande studio mai realizzato sui figli delle coppie gay? In sintesi: che sono mediamente più sani e felici degli altri. Per chi volesse approfondire questo è il link. [fonte IL POST]

Lampedusa Mon Amour


Alcuni dei video girati dai sommozzatori delle forze dell’ordine, durante le operazioni per il recupero delle vittime del naufragio del 3 ottobre 2013 a Lampedusa (isola dei Conigli), la più grande tragedia dell’immigrazione nel Mediterraneo (366 morti, 20 dispersi e 155 superstiti).

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Federico non riposa in pace

Federico Aldrovandi è stato pestato a morte per la terza volta.

La prima nella notte del 25 settembre 2005, la seconda il 27 marzo 2013, la terza pochi giorni fa.
Standing ovation e cinque minuti di applausi nella sessione pomeridiana del Congresso nazionale del Sap (il sindacato autonomo di Polizia) per tre dei quattro agenti condannati in via definitiva per la morte di Federico.

L’onorabilità della Polizia di Stato è stata irrimediabilmente vilipesa e solo una operazione di verità sarà in grado di riscattare il danno patito. Alla stessa stregua i nostri colleghi, ingiustamente condannati, hanno patito un danno infinito.

Ha dichiarato in una nota il neo segretario generale del Sap Gianni Tonelli arrampicandosi vergognosamente sugli specchi. Ma anche il Co.i.s.p. (Coordinamento per l’Indipendenza Sindacale delle Forze di Polizia) non ha voluto essere da meno e ha spedito un camioncino pubblicitario “a vela” in giro per Roma con da un lato le immagini di poliziotti picchiati dai manifestanti, dall’altro lo slogan “Noi i cretini… loro le vittime” (chiaro riferimento alla vicenda della ragazza “scambiata” per zainetto e all’esplicito commento “Abbiamo un cretino da identificare” del capo della Polizia Alessandro Pansa).

Intando proseguono le indagini su altre morti sospette: Riccardo Magherini (Firenze), Bohli Kaies (Riva Ligure) e Giuseppe Uva (Varese). Altri tre nomi da aggiungere al triste elenco dei “Dieci, cento, mille Stefano Cucchi“.

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